News Turismo

Airbnb, la tassa di soggiorno diventa un business. Da Palermo a Napoli ed altre città la sharing economy si trasforma in altro..

By

Airbnb, la tassa di soggiorno diventa un business – Al via gli accordi con Napoli e Palermo – Ecco le mie considerazioni sul tema che sono state sviluppate dal periodico L’Economia del Mezzogiorno che ringrazio. Nel 2017 al Sud arrivati 7 milioni di visitatori. L’home sharing al Sud è in grande crescita. La media di arrivi registrati nel 2017 da Airbnb nelle regioni meridionali è la più alta d’Italia: su 7 milioni e 800 mila turisti passati attraverso la piattaforma (+37% rispetto al 2016), 5i8 mila (+58%) hanno scelto la Campania, 210 mila (+49%) la Puglia, 22 mila (+40%) la Basilicata e 34 mila (+76%) la Calabria. Non è un caso, quindi che la piattaforma abbia iniziato a stringere accordi prima con il Comune di Palermo e poi di Napoli, in base ai quali sarà Airbnb a riscuotere l’imposta di soggiorno dagli ospiti degli alloggi situati nelle due città, contestualmente al pagamento online, al posto del gestore della struttura ricettiva. La stessa Airbnb verserà poi, trimestralmente a Palermo e mensilmente a Napoli, gli importi riscossi. La tassa di soggiorno comunale stabilita per le strutture extralberghiere è di 1,5 euro a persona fino a un massimo di 4 notti per Palermo e di 2 euro al giorno a persona fino a un massimo di 14 pernottamenti per Napoli. Considerando che nel 2017 sono state circa 200 mila le persone che hanno scelto Airbnb per soggiornare a Napoli (+ 65% rispetto al 2016) e che la durata media del sog giorno è di 3,2 notti, per ü Comune è previsto un introito annuo di circa i milione e mezzo di euro. Nelle casse comunali palermitane entreranno, invece, circa 700 mila euro, visto che nel capoluogo siciliano nel 2017 gli ospiti sono stati 107 mila (+34%) con una durata media del soggiorno di 3,6 notti. Per gli enti comunali, affidare la gestione contabile della tassa ad Airbn, significa anche contrastare l’evasione di una fetta del mercato turistico privato e semplificare il processo di versamento e riscossione. Per la piattaforma, invece, l’accordo si traduce nel garantire agli utenti un servizio e nel detenere in cassa un «tesoretto», considerando che anche Milano, Genova, Bologna, Firenze e Rimini hanno siglato l’accordo e che e che sono in corso conversazioni con varie città del sud, da Matera a Bari e m Sicilia dove molti hanno contattato la piattaforma dopo l’accordo di Palermo. «E’ singolare – commenta Agostino Ingenito, presidente nazionale di Aigo, (Associazione italiana gestori ospitalità e ricettività diffusa aderente a Confesercenti) e Abbac Associazione B&B,Affittacamere e case vacanze della Campania www.abbac.it – che da un lato Airbnb fa ricorso al Consiglio di Stato, rivendicando una competenza normativa europea e una non stabile organizzazione in Italia, per evitare di fungere da sostituto d’imposta. Dall’altro, invece, si occupa della riscossione delle tasse di soggiorno comunali, in qualità di agente contabile, e trattiene in cassa ingenti importi che, fino a prova contraria, significano interessi bancari. Appare inderogabile – conclude Ingenito – una revisione del sistema normativo che chiarisca chi fa cosa e perché». Replica Alessandro Tommasi, Public policy manager Italia di Airbnb: «II Consiglio di Stato ha dato mandato di fissare l’udienza di merito perché ha riscontrato problemi di “compliance” col diritto europeo. Gli aspetti di concorrenzialità sono evidenti e sono il motivo per cui altre piattaforme hanno smesso di gestire i pagamenti.
Airbnb, invece, ha da subito cercato l’interlocuzione anche prima che il Ddl fosse pensato, su questo tema. La tassa di soggiorno è un ambito in cui la norma è lineare. A livello nazionale speriamo di trovare una soluzione al più presto».

You may also like

Post A Comment

Your email address will not be published.