In qualità di presidente nazionale dell’Aigo, l’associazione che riunisce gli operatori ricettivi extralberghieri italiani, me ne sono occupato più volte, denunciando azioni scorrette compiute da questi grossi monopolisti della ricettività turistica. La scelta del Governatore di New York Andrew Cuomo di promulgare una legge che obblighi all’affitto breve di almeno trenta giorni per una casa vacanza, fa tremare i polsi e non solo ai proprietari e dirigenti del colosso californiano Airbnb. È il Governatore infatti l’artefice di una legge che, una volta in vigore, farebbe malissimo ad Airbnb. Per ora, però, il pericolo sembra scampato. La nuova normativa non sarà effettiva finché la controversia legale fra lo Stato e l’azienda con sede a San Francisco (che ha immediatamente fatto appello) non sarà chiusa.La nuova legge, infatti, prevede il divieto di proporre in affitto case per meno di 30 giorni, pena una multa da 7.500 dollari per chiunque provi a mettere l’annuncio sulla piattaforma online. Un dettaglio che sarebbe letale per il business dell’azienda californiana fondata nel 2008 da Joe Gebbia e Brian Chesky. Airbnb, infatti, è fortissima negli affitti brevi e si propone come alternativa agli hotel. Vietare le locazioni inferiori a 30 giorni vorrebbe dire, in sostanza, vietare Airbnb. Ma c’è di più. Innanzitutto, New York è una città importantissima per le casse dell’azienda. Solo nella Grande Mela, infatti, Airbnb può contare su 46mila alloggi affittati per brevi periodi. E poi c’è il rischio dell’effetto domino, con altri Stati pronti a prendere spunto da quello newyorkese. Nel giro di pochi giorni, insomma, rischia di consumarsi la fine di uno degli esempi migliori di Internet company. Il rinvio della decisione sulla nuova legge è una boccata d’ossigeno importante per Airbnb, che proverà a fare quadrato per trovare una soluzione accettabile. Per adesso, la proposte di impedire ad un utente di affittare più di una casa non ha convinto i leader newyorkesi, sui quali la pressione degli albergatori rimane forte. Si tratta di una legge che potrebbe fare scuola e consentire di ridimensionare il potere di questi portali che stanno difatti gestendo la ricettività nei Paesi in cui operano. Anche noi come associazione nazionale di operatori ricettivi extralberghieri regolari ed autorizzati, chiediamo a gran voce azioni di contrasto forte verso tali monopoli che stanno difatti inquinando il mercato ormai senza regole e con forti squilibri. Vi terrò aggiornati.
Airbnb e altre piattaforme online, servono azioni forti contro i monopoli.
Ott 25, 2016